La dieta mediterranea

Per semplificare, chiamiamo il regime alimentare “dieta”, ma col significato della parola greca: δίαιτα (diaita), abitudine, modo di vivere. Il vero significato della parola, sottolinea la continuità: la maggior parte dei giorni della settimana mangerò così.
A livello scientifico, per combattere lo stato infiammatorio cronico, sono validate solo tre diete: la Scandinava, la Okinawa (giapponese) e la Mediterranea.
Ovviamente, si scegliera’ in base ai gusti e alla reperibilita’ dei cibi, tenendo anche conto di eventuali allergie e/o intolleranze.
La dieta scandinava ha tanto salmone e frutti di bosco (i mirtilli), la Okinawa è quella giapponese con alghe, riso e pesce e la mediterranea è la nostra, ma … la conosciamo veramente? Parliamone un po’.
La nostra dieta fu chiamata “mediterranea” da un americano, Ancel Keys, dell'Università del Minnesota, ideatore della “Razione K”, il pasto in dotazione dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale. Keys, al seguito delle truppe americane di stanza in Grecia e Italia, durante la guerra, si accorse che la popolazione di questi luoghi era poco soggetta a malattie cardiovascolari, causate da un’eccessiva presenza di grassi saturi nell’alimentazione. Keys promosse uno Studio internazionale cooperativo di Epidemologia della Cardiopatia Coronarica, il ”Seven Countries Study”, che mise in rapporto i livelli di colesterolo nel sangue con i tipi di dieta alimentare seguita da diverse popolazioni. Studiò oltre 12000 persone di sette nazioni: Italia, Grecia, ex Jugoslavia, Olanda, Finlandia, Giappone, U.S.A.. Da tali studi emerse che avevano il minor tasso di mortalità per cardiopatie coronariche i finlandesi, i giapponesi e le popolazioni mediterranee.
Il sud d’Italia e la dieta mediterranea piacquero cosi’ tanto ad Ancel Keys e sua moglie Margaret che, verso la fine degli Anni ’70, si trasferirono a Pioppi, antico borgo marinaro nella provincia di Salerno, e qui rimasero oltre 30 anni. Nel 2004, Keys fu insignito della Medaglia al Merito alla Salute Pubblica dallo Stato Italiano. Morì due mesi prima del suo centunesimo compleanno. Che sia stata la dieta mediterranea a renderlo longevo?
Bene, allora noi possiamo stare tranquilli! Mica tanto pero’! Perché? Perché la nostra alimentazione attuale è diversa! La dieta mediterranea studiata da Keys era quella dei contadini del Cilento, negli anni tra il ‘40 e il ’50 del secolo scorso. L’alimentazione era costituita in prevalenza da cereali (ma poca pasta!), legumi, pesce, frutta e verdura stagionali, latticini freschi, poca carne, solo cibi conservati tradizionali, vino in quantità moderate durante i pasti e olio di oliva come condimento. Quindi, una dieta semplice anche se gustosa!
Dopo Keys, negli anni, la scienza medica ha trasformato la dieta mediterranea in dieta circadiana, definendo tipi di alimenti, abbinamenti e sequenze durante la giornata, il tutto studiato per mantenere un sano ritmo circadiano (ritmo giorno-notte) e quindi un buon equilibrio immunitario. Sono state codificate le percentuali dei nutrimenti: carboidrati 60%, proteine 18%, grassi 22%. Inoltre, considerando che la dieta mediterranea dell’epoca era una dieta povera e frugale, con rari giorni di festa e tanto lavoro manuale pesante, non solo dobbiamo mangiare in quel modo, ma anche fare corretto esercizio fisico, adattato alle abilità personali e alle caratteristiche neuropsicofisiche della persona e al tipo di effetto metabolico che si vuole ottenere.
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